Alzi la mano chi non ha mai sentito dire almeno una volta, dagli anziani o dai propri genitori,… -“I risparmi? Meglio tenerli sotto il materasso”-.
Certo, la svolta monetaria messa in atto dalla BCE, che tra le altre cose ha gradualmente fatto scendere i tassi fino a zero, riporta d’attualità il consiglio di cui sopra; oggi aprire un rapporto di conto corrente potrebbe risultare più costoso che tenere i soldi liquidi a portata di mano. Ecco che, allora, gli imprenditori con grande fiuto per gli affari si inventano le cose più diverse per approfittare del momento; tempo fa, un’azienda spagnola chiamata “DESS” di Salamanca che si occupava da generazioni di far dormire sonni “tranquilli” ai suoi clienti, inventò il materasso con cassaforte incorporata e lo commercializzò con un curioso slogan “Caja de Ahorros Mi Colchòn” (Cassa di Risparmio del mio Materasso) il cui messaggio recitava: -“Un’istituzione finanziaria che non fallisce, non si aggrega con altre istituzioni finanziarie, non balla al ritmo dei mercati e ti consente di tenere il tuo denaro sempre vicino. No interessi, no commissioni, nessuna imposta”-.
Aldilà del simpatico aneddoto ci troviamo di fronte ad un periodo mai visto, contraddistinto dalla bassissima redditività del denaro e la difficoltà, da parte del comune risparmiatore, di trovare soluzioni adatte alle proprie esigenze.
Non c’è dubbio che anche la soluzione proposta da Francisco Santos, proprietario della DESS, abbia i suoi “contro”; problemi strutturali legati alle case (Incendi, Allagamenti, Crolli, etc..), furti nelle abitazioni, morti improvvise di parenti che non hanno potuto comunicare per tempo agli eredi i nascondigli segreti o le combinazioni delle casseforti sono inconvenienti che possono determinare la perdita di eventuali lasciti. Così come, non meno problematico al giorno d’oggi, è recarsi presso un istituto con una somma “ritrovata”; è necessario per chi ne viene in possesso dimostrarne la provenienza per non incorrere in problematiche di antiriciclaggio oppure che venga considerata “guadagno non giustificato” pagandone, di conseguenza, le imposte dovute.
Pierluigi Santacroce