Dopo aver parlato, nel articolo precedente (leggi qui), dell’importanza di conoscersi prima di risparmiaredesidero affrontare con i lettori il tema del metodocon il quale farlo efficacemente.
Ognuno di noi ha obiettivipersonali specifici e il primo passo, per intraprendere un metodo efficace, è quello di identificarli e dedicare loro fette del nostro patrimonioin base alle nostre priorità. Per aiutare chi non si è mai posto il problema di riflettere sulle proprie esigenze, un buon punto di partenza può essere quello delle 3 macroaree: liquidità, protezionee investimenti.
Il ragionamento, molto semplicemente, è questo: devo iniziare con l’avere una riserva di denaro liquido (non eccessiva, ma congrua ai bisogni), poi pensare ad assicurare il cosiddetto “capitale umano”, sottoscrivendo coperture importanti sul caso morte e invalidità da malattia e infortuni, e soltanto dopo aver soddisfatto i primi due requisiti posso ragionare sul resto del mio patrimonio. In sostanza, solo dopo aver sistemato le “difese” posso iniziare ad investire quello che non utilizzo per i consumigiornalieri, le spesegià individuate e le polizzenecessarie.
Ma se desiderassi iniziare a rifletterci, da dove dovrei iniziare?
Ci sono delle domande che mi posso porre per aiutarmi ad adottare un metodo corretto, per esempio:
- A quanto ammontano i miei consumi nel corso dell’anno?
- Quali redditi, da lavoro o rendita, possono sostenere i miei consumi?
- Quanto reddito rimane da poter risparmiare, mensilmente o periodicamente?
- Al netto dei debiti che ho, qual è il mio patrimonio investibile?
Queste domande possono sembrare difficili, ma è necessario dare loro una risposta se si vuole iniziare ad avere delle certezze sulle quali basare il proprio metodo di risparmio. Per fare una buona pianificazione finanziaria, è decisivo quantificare le risorse che abbiamo a disposizione per il raggiungimento dei nostri obiettivi di vita. Bisogna riflettere sul patrimonio che già possediamo e su quello derivante dai redditi che produrremo in futuro, se possibile scorporandone i consumi.
Non ci si deve improvvisare esperti di bilanci per farlo e, se non si è in grado, è bene affidarsi ad un professionista che ci aiuti a “mettere a terra” i numeri che ci servono e che si riassumono in due strumenti. Il primo è il conto economico, le entrate e le uscite in un certo arco temporale, ed il secondo è lo stato patrimoniale.
Nel prossimo articolo, parleremo di come fare il proprio check-up patrimoniale… Stay tuned!