TERMOMETRO ECONOMICO
I mercati globali proseguono il trend positivo, iniziato negli ultimi mesi dell’anno passato, anche in questi primi mesi del 2017. C’è un importante fattore che ha dato il via e che conferma il “sentiment” positivo degli indici internazionali: le aspettative di un’ulteriore accelerazione del ciclo economico mondiale, confermata anche dalle attuali stime di crescita media attese comunicate dal FMI. L’organizzazione prevede un aumento per prossimi due anni che si attesterà al 3,6% nel 2018, con un importante contributo che verrà dalle economie avanzate. Un ulteriore importante segnale lo si intravede nel passaggio da un sistema di sostegno economico basato principalmente da politiche di espansione monetaria, a quello fondato sugli stimoli fiscali e sul rilancio degli investimenti. Anche l’oro, bene rifugio per eccellenza, con il suo deprezzamento sembra confermare la visione ottimistica.
AREA USA
Le stime già interessanti, per il buon andamento economico americano, sono previste in crescita anche a seguito del risultato delle elezioni di novembre 2016. Donald Trump ha promesso, durante la campagna elettorale, misure fiscali che stimolassero l’economia USA e i mercati, subito dopo la sua vittoria, hanno incominciato a registrare importanti risultati in attesa dell’attuazione dei propositi del nuovo presidente. Tra questi ricordiamo:
- Riforme fiscali che ridurranno le imposte alle imprese di produzione
- Una maggiore spesa pubblica, indirizzata soprattutto agli investimenti nelle infrastrutture
- Politiche commerciali per incrementare la produzione interna del Paese
Lo scenario “a stelle e strisce” era già positivo; sostenuto da un mercato del lavoro che ha quasi raggiunto la piena occupazione, da un’inflazione in rialzo e da un dato altrettanto importante, il 70% delle aziende quotate allo S&P500 hanno ottenuto utili superiori alle attese. Tutto questi aspetti consentiranno alla Federal Reserve di continuare a modificare i tassi di interesse a rialzo tornando ad una situazione di normalità.
EUROZONA
Alcuni indicatori economici giustificano l’ottimismo anche in quest’area; per esempio, l’impennata degli indici di fiducia relativi alle imprese e ai consumatori, inoltre alcuni dati congiunturali come il tasso di disoccupazione, sceso ai minimi del 2009 (9,6%), e le esportazioni, aiutate anche dal deprezzamento dell’euro. Elementi che hanno consentito una ripresa della crescita e del commercio internazionale, migliorando le bilance commerciali di alcuni Paesi, tra cui anche l’Italia. Per il momento rimarrà operativo lo stimolo monetario adottato da Mario Draghi ma, la diminuzione dell’importo degli investimenti della BCE nell’acquisto di asset da 80 Mld a 60 Mld mensili, conferma l’ottimismo di cui sopra. Stime di crescita media riviste verso l’alto anche per l’Eurozona; per i prossimi due anni si prevede un 1,8% mentre il dato dell’inflazione è previsto in aumento da 1,3% a 1,7% nel 2017. Si attendono, naturalmente, anche politiche fiscali e riforme strutturali dai Paesi europei più importanti.
AREA ASIA – MERCATI EMERGENTI
Nel continente asiatico è il Giappone a godere di buona salute, grazie alle politiche monetarie espansive è iniziata la crescita delle esportazioni, favorite anche dal deprezzamento della moneta nipponica. Sono alle spalle anche le preoccupazioni che, lo scorso anno, avevano attanagliato la Cina, con i dubbi sulla sostenibilità della sua crescita economica. L’intervento governativo che ha consentito il ritorno al credito alle imprese ha prodotto, insieme ad altri fattori, un tasso di crescita del 6,8% nel 2016. Buon dato anche per l’India con un 7% consolidato a dicembre. I mercati emergenti mondiali continuano ad essere i motori della crescita globale, nonostante i dichiarati aumenti dei tassi interesse statunitensi e la possibile introduzione di misure protezionistiche.
Pierluigi Santacroce
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