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Termometro Economico – Settembre 2017

Dopo la pausa estiva riprende l’appuntamento con Termometro Economico.

TERMOMETRO ECONOMICO

La pausa estiva è stata caratterizzata da una crescente volatilità sui mercati finanziari, e dai conseguenti aggiustamenti sui principali indici mondiali, per le tensioni geopolitiche in Corea del Nord. L’ampiezza e la durata del fenomeno sono comunque state brevi ed i mercati sono ritornati velocemente ai massimi livelli storici.

Ecco, più nel dettaglio, cosa è successo e cosa ci si aspetta… (se non desideri approfondire vai alle CONCLUSIONI)

In Europa, dopo i rialzi della prima parte dell’anno, i mercati hanno registrato segnali di debolezza dovuti soprattuto all’apprezzamento dell’euro nei confronti della moneta statunitense. Questo fattore ha penalizzato principalmente i settori che hanno nell’esportazione la loro forza trainante.

L’azionario italiano non ha sofferto di questo (il FTSE MIB si attesta ad un +18% da inizio anno) per diversi aspetti:

  • una migliorata situazione economica nazionale con buone prospettive nell’immediato futuro
  • la maggiore stabilità del settore bancario italiano
  • una notevole quantità di flussi in termini di raccolta di nuovo denaro (grazie all’avvento dei PIR)

Tornando al rafforzamento dell’euro sul dollaro, ciò è dovuto in larga parte al miglioramento della situazione macroeconomica e politica nell’eurozona e alle attese di normalizzazione delle politiche monetarie della BCE. Nel corso dell’ultimo incontro della banca centrale europea, Mario Draghi ha affermato che, visto il nuovo migliorato contesto europeo e il graduale recupero ad un inflazione più “naturale”, nei prossimi mesi verrà ridimensionato il QE. L’annuncio verrà fatto ufficialmente il 26.10 prossimo ma è già certo che le politiche rimarranno comunque accomodanti.

Il rialzo registrato da fine agosto è imputabile al grado di “sopportazione” del cambio euro-dollaro dimostrato dai mercati europei, cambio che risulta essere in linea con le medie storiche.

In USA l’incertezza è causata da diversi fattori, tra i quali:

  • le tensioni con la Corea del Nord
  • le difficoltà nella rinegoziazione del tetto debito pubblico
  • la stagnazione nella discussione sulla riforma fiscale
  • gli impatti economici rilevanti causati dai due uragani Harvey e Irma

Tuto questo, unito ai dati non confortanti del mercato del lavoro e al mancato rialzo atteso dell’inflazione, ha provocato soprattutto il deprezzamento del dollaro. In ogni caso, il contesto generale resta solido, anche grazie  a questi fattori:

  • le attese di una futura crescita degli utili societari
  • il tasso di crescita del GDP, rivisto in rialzo al 3% annuo
  • la fiducia in continua risalita di consumatori ed imprese
  • il dato inflattivo che, anche se di poco, è superiore alle attese

Quindi, il contesto generale positivo, le politiche monetarie accomodanti e la debolezza del dollaro spingono la crescita dei mercati USA ai loro massimi.

I Mercati Emergenti, continuano a beneficiare del buon andamento globale e domestico. Soprattutto grazie alla stabilita dei prezzi delle materie prime e della debolezza della moneta statunitense. Arrivano grandi flussi di investimenti nell’obbligazionario di questi Paesi, che insieme agli High Yield rimango una alternativa interessante.

CONCLUSIONI

E’ lecito attendersi un buon andamento dei mercati nei prossimi mesi. I tassi di interesse mondiali rimarranno stabilmente bassi rispetto al passato e questo rende più appetibile investire nell’obbligazionario emergente o nell’High Yield rispetto allo stesso comparto composto prevalentemente da titoli governativi. Rimane più conveniente inoltre investire nel mercato reale, con l’azionario europeo che appare più interessante di quello americano.

Pierluigi Santacroce 

Autore
Pierluigi Santacroce Consulente Finanziario -"La mia esperienza in ambito finanziario ebbe inizio nel luglio del 1990 quando ricevetti il mio primo mandato di consulente finanziario da una società di intermediazione finanziaria. Nella mia trentennale esperienza ho svolto attività manageriali e di consulenza finanziaria in Italia e all'estero ed ora, in qualità di Private Banker e Group Manager di San Paolo Invest - Fideuram Intesa San Paolo Private Banking, offro ai miei clienti una qualitativa Consulenza e Tutela Patrimoniale."-

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