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Moda e Finanza: quali sono le loro attinenze?

L’appena terminata edizione della “Milano Fashion Week”, mi ha solleticato  e sollecitato un parallelo tra il mondo della Moda e quello che rappresenta la mia professione da 29 anni, la Finanza… “La riflessione inizia da un credo che mi accompagna da sempre, quello dell’offerta personalizzata ed individuale, che soddisfi bisogni ed esigenze diverse ed uniche per ognuno di noi.”

Essendo un uomo mi riesce più facile parlare di moda maschile e, pensando al mio abbigliamento quotidiano, il parallelo desidero farlo con l’abito composto da giacca e pantalone.

Gli stilisti e i sarti sanno che esistono, generalmente, tre tipi di costruzione degli abiti: “incollato”, “semi-intelato” e “intelato” o “sartoriale”. Vediamo quali sono le differenze; l’esercizio sarà quello di paragonare la costruzione dell’abito descritta con la consulenza finanziaria sottintesa…

Con il termine “incollato” si considera un capo, giacca o abito, che non ha alcun tipo di passaggio manuale. Sono capi completamente incollati, nella maggior parte dei casi con adesivi per interni, che sono costruiti comunque con tessuti di primissima qualità. Questi abiti escono sul mercato a prezzi abbordabili ma il loro livello costruttivo risulta essere basso. In questo caso indosseremo un capo che sembrerà perfetto appena messo, ma che risulterà rigido indossandolo e che rischierà di perdere la forma poco tempo dopo averlo acquistato. Essendo un capo confezionato industrialmente è creato in versione “standard” e quindi uguale per tutti i suoi acquirenti. Il paragone con questo tipo di abito mi fa pensare al “fai da te” negli investimenti o al semplice rivolgersi ai negozi finanziari cittadini. Metodo che non prevede alcun tipo di intervento esterno, quello per esempio di un consulente, ma che al massimo tiene conto del consiglio di un amico, o di un parente, che ha già investito in quel prodotto. Anche in questo caso, come in quello del vestito incollato, le caratteristiche dell’investimento, seppur buone, potrebbero non essere ideali per la persona che lo acquista. Il risultato di una scelta “standard” potrebbe essere quello di un repentino cambio di idea nel momento in cui non si ottengano i risultati sperati o si registrino delle perdite inaccettabili da parte dell’investitore. La conseguenza, nella maggior parte dei casi, è un inevitabile disinvestimento con perdita in conto capitale.

La produzione “semi-intelata” è sicuramente migliore della precedente. L’abito è costruito solo con una parte incollata e, solitamente, si tratta di quella inferiore; più o meno quella che va dal bottone centrale  al bordo inferiore della giacca. Il petto, le spalle e la schiena dell’abito sono cuciti con metodi tradizionali, utilizzando macchine da cucire, senza l’utilizzo di tessuti adesivi. Il risultato è una giacca più “elastica” nei movimenti ed il rischio che la stessa perda forma nel tempo, è contenuto. In termini di lavorazione manuale, avendo l’obiettivo di creare un capo ben fatto ma a costi più ridotti, i punti dati a mano per accoppiare il tessuto, gli interni e le spalline, saranno pochi. Negli investimenti, questa lavorazione metà industriale e metà artigianale, si potrebbe paragonare ad una discreta diversificazione in termini di prodotti; la parte industriale potrebbe essere rappresentata dal consiglio di una banca o di un consulente nella scelta di prodotti, fondi o altro, per diversificare il patrimonio in numerose opportunità di rendimento mentre la parte artigianale, quella legata alla scelta personale degli investimenti da parte dell’investitore, si potrebbe identificare in un deposito titoli nel quale sono presenti alcune obbligazioni, qualche titolo di Stato e azioni ordinarie di aziende importanti.

remise1L’abito “sartoriale” raggiunge il livello di creazione e lavorazione più elevato. Un abito di questo genere non  prevede nessun tipo di adesivatura e tutti i punti per la sua costruzione sono dati a mano o con macchine da cucire speciali. Attrezzi del mestiere che riproducono perfettamente, e fedelmente, il punto dato a mano ma che, naturalmente, non sostituiscono l’intervento manuale che è ricco e riguarda tutte le finiture. La qualità di costruzione di un capo sartoriale si misura in ore di lavoro: una giacca costruita in meno ore sarà più economica rispetto a quella per la quale è servito più tempo, e molto dipende dai punti dati e dall’accuratezza usata per ogni dettaglio. Il risultato sarà un capo molto confortevole che seguirà meglio la linea del corpo (spalle, torace, vita e bacino) e le cui sagomature risulteranno decisamente più proporzionate. Un capo che terrà la sua forma originale, durevole ed impeccabile al colpo d’occhio, abbinato ad un tessuto di grande qualità che contribuisca ad esaltarne la confezione. Anche gli investimenti posso essere fatti “su misura”: questo abito è paragonabile solo ad una perfetta pianificazione finanziaria. Un progetto condiviso, tra l’investitore/cliente e la propria persona di fiducia, per il quale ogni investimento deve essere scelto e ponderato con lo scopo di raggiungere un preciso obiettivo personale o famigliare e che deve comprendere ogni tipo di diversificazione possibile, per esempio temporale, in titoli, geografica e per potenziali di crescita. Si dovrebbe immaginare insomma che, sulla copertina di ogni prodotto sottoscritto, compaia un nome o un obiettivo preciso che l’investimento abbia la possibilità di poter raggiungere. E la fiducia riposta nella persona alla quale affidiamo il nostro progetto, deve estendersi fino al farsi aiutare da lui quando qualche cosa (mercati, avvenimenti, crisi o volatilità) sembra sbarrare la strada al raggiungimento degli obiettivi condivisi.

Concludendo, se un abito sartoriale è fatto “su misura” per soddisfare le esigenze di chi lo indossa, lo stesso dovrebbe essere per i progetti importanti che gli investimenti ci consentono di perseguire. Si dice che provato un abito sartoriale non si torna ad un abito “standard”, forse, se non lo avete mai fatto, varrebbe la pena di provare a fare pianificazione finanziaria con una persona di fiducia.

Pierluigi Santacroce

Autore
Pierluigi Santacroce Consulente Finanziario -"La mia esperienza in ambito finanziario ebbe inizio nel luglio del 1990 quando ricevetti il mio primo mandato di consulente finanziario da una società di intermediazione finanziaria. Nella mia trentennale esperienza ho svolto attività manageriali e di consulenza finanziaria in Italia e all'estero ed ora, in qualità di Private Banker e Group Manager di San Paolo Invest - Fideuram Intesa San Paolo Private Banking, offro ai miei clienti una qualitativa Consulenza e Tutela Patrimoniale."-

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