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Fare previsioni economiche, è semplice?

Qualche mese fa, durante la lettura di una pubblicazione finanziaria, mi è capitato di imbattermi in una disamina interessante sulla capacità di fare previsioni economiche. Non è facile farle disponendo di informazioni oggettive, figuriamoci se si tenta di pronosticarle “a naso”. Eppure nell’attività quotidiana capita spesso di sentirsi porre la domanda: -“Secondo Lei, cosa ci dobbiamo aspettare dai mercati, con tutto quello che sta succedendo?”-

La famosa rivista “The Economist”, nel 1985, fece un interessante esperimento; individuate alcune persone di diversa estrazione, cultura e preparazione, le sottopose ad un questionario con domande di carattere economico.

Per la precisione, vennero scelti: quattro presidenti di importanti aziende, quattro laureandi della facoltà di economia iscritti ad Oxford, quattro ministri europei delle finanze e quattro netturbini della città di Londra. Le domande poste erano su vari temi quali, per esempio:

  • Nei prossimi dieci anni cosa succederà al prezzo del petrolio? Di quanto crescerà?
  • Quando il reddito procapite degli abitanti di Singapore supererà quello degli australiani?
  • Quale sarà il tasso di crescita medio annuo dei Paesi sviluppati nei prossimi dieci anni?

Alzi la mano chi saprebbe rispondere senza alcun tentennamento, anche con dati alla mano!

Non vedendo mani alzate, svelo il risultato del test… Sì perché, dopo dieci anni qualcuno si è preso la briga di andare a vedere chi aveva ragione!

Iniziando dalla prima domanda, la maggior parte dei coinvolti al test non seppe prevedere la discesa repentina del prezzo del petrolio; tre ministri delle finanze, su quattro, pronosticarono addirittura un deciso rialzo. Quasi tutti sbagliarono, tranne i netturbini che ci presero!

-“Mai!”- Si affrettarono a dire i ministri rispondendo alla seconda domanda. In realtà, il sorpasso ci fu nel 1993 e solo due netturbini su quattro lo prevedettero.

Alla terza domanda; gli studenti di Oxford erano pessimisti (intorno al 2%), i netturbini ottimisti (almeno il 4%) e chi ci andò più vicino furono i presidenti delle aziende che, pronosticando un 3%, si avvicinarono di più alla verità; nei 10 anni il tasso medio annuo di crescita dei Paesi sviluppati si attestò al 2,6%.

Il risultato finale fu: netturbini londinesi e presidenti di aziende al primo posto nelle previsioni, studenti di Oxford al secondo e buoni ultimi i ministri delle finanze (Sic!)

La conclusione che si può trarre è che nessuno può ragionevolmente pensare di fare previsioni economiche in un arco temporale così lungo, e le incertezze rimangono anche se si prova a farle per periodi più brevi. Viviamo in contesti che diventano ogni giorno più complessi, che consentono analisi ma non “predizioni”. Diffidate di chi, con troppa faciloneria, vi propone soluzioni certe, garantite e sicure.

Pierluigi Santacroce

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Autore
Pierluigi Santacroce Consulente Finanziario -"La mia esperienza in ambito finanziario ebbe inizio nel luglio del 1990 quando ricevetti il mio primo mandato di consulente finanziario da una società di intermediazione finanziaria. Nella mia trentennale esperienza ho svolto attività manageriali e di consulenza finanziaria in Italia e all'estero ed ora, in qualità di Private Banker e Group Manager di San Paolo Invest - Fideuram Intesa San Paolo Private Banking, offro ai miei clienti una qualitativa Consulenza e Tutela Patrimoniale."-

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